Quanto sono d’aiuto le mappe mentali in aula

Da quando ho scoperto le mappe mentali non riesco più a fare le slide…

Nulla è cambiato dalla mappa di “Personal Branding” – non mi sono ancora buttata sugli appunti live – ma in realtà tutto è cambiato, perché ormai ho capito che disegnare una mappa mentale è qualcosa che non solo mi aiuta sul lavoro, ma mi fa stare meglio.

Dai, non prendo la strada new age, ma ho l’impressione che mettere insieme parole e disegno faccia lavorare diversamente la mia corteccia 🙂 So che è così, perché ce lo ha spiegato Roberta e ho letto Tony Buzan: quello che voglio dire è che mi sembra sia vero. Mentre disegno una mappa, anche una un po’ più complessa, non mi stanco e arrivo col buon umore fino alla fine. Devo rifarla perché ho sbagliato a centrare l’origine e lo scopro solo quando i contenuti che voglio inserire sul ramo in alto a sinistra dovrei scriverli sul tavolo, fuori dal foglio? E pazienza, la rifaccio.

Chi fa formazione può capire la fatica delle slide: avanti e indietro, visualizzazione normale, visualizzazione sequenza di diapositive… e come viene in modalità presentazione?

Con la mappa hai tutto splittato lì, in una sola videata. Così la slide-mappa diventa davvero solo un appoggio per le cose che devi dire tu. Puoi parlare, spiegare, rispondere alle domande, cambiare strada in corsa avendo sempre davanti il quadro generale: basta un’occhiata alla mappa, uno sguardo ai disegni e tutto il lavorio che il tuo cervello aveva fatto durante il processo creativo ti ritorna in mente con la stessa intensità.

Un lavorio che mentre scrivo sto visualizzando come un “livello” in più. Io non so usare Photoshop, ma ho lavorato sedia-sedia con grafici che non smettevano mai di aprire-chiudere livelli. Ecco, quando lavori con una mappa mentale apri e chiudi in continuazione tanti livelli diversi di creatività e la “magia” è che è l’uno a dare origine all’altro, in un continuo che si esaurisce solo quando hai finito le cose da dire.

Concordo con Luigi: gli strumenti pen pensare sulla carta “stimolano e organizzano la creatività, rendendola più comprensibile e gestibile“. Le mappe mentali stimolano e danno un ordine alla creatività contemporaneamente, anche se dare un ordine alla creatività sembra un vero controsenso 🙂

E poi, la cosa che mi sorprende ogni volta è il mio approccio quando devo preparare una mappa mentale. “Devo” non è il servile giusto, perché, anche quando è ora di mettermi al lavoro e preparare un intervento o un’aula, io voglio fare la mappa. Sono contenta di disegnarla e il solo fatto di andare a prendere il portapenne con le matite e i pennarelli mi rende felice.

Ora, perché dico queste cose? Perché credo fortemente che quando sei contenta di fare quello che fai o di dire quello che dici, l’energia che sprigioni diventi un sicuro viatico di apprendimento. Quando fluisce l’energia da te a chi ti ascolta, ti ritorna moltiplicata enne volte, tante quanto sono le persone che riesce a coinvolgere. Questo, per me, è il segreto dell’apprendimento reciproco.

Quelle che posto qui sono tre mappe che ho costruito per un evento formativo recente. Per due mercoledì mattina ho incontrato i ragazzi in uscita dal master in “Scrittura e storytelling” della Scuola Holden. In uscita con competenze, sogni, paure e con un grande punto di domanda: e adesso?

Prima di tutto ho proiettato la mappa del Personal Branding ricavata dal libro di Centenaro- Sorchiotti. Così ho dato un perimetro agli argomenti che avremmo affrontato e ho ancorato lì l’idea che nessuno è solo e che basta guardarsi intorno per trovare persone che ti possono aiutare in un momento piuttosto delicato. Naturalmente l’altra àncora sono stata io ed è stato bellissimo ricevere le successive richieste di collegamento su Linkedin: prova provata che il lavorio mio ha prodotto altro lavorio 🙂

Poi ho proiettato questa mappa che ho disegnato pensando a come impostare il discorso sull’evoluzione del CV. Il draghetto (Bio come biografia) l’ho copiato al volo da un libretto di favole per bimbi. Le cose che ho detto a voce sono partite tutte da qui. Chi decide di proporsi e di raccontarsi, fuori e dentro la rete, ha bisogno di farlo in tanti modi. Non c’è uno storytellng, ce ne sono tanti: dal CV europeo (che poi ben pochi leggono) a quello più innovativo, che tiene dentro parole, immagini e suoni. Il tutto partendo da uno studio accurato per capire chi sei, che cosa vuoi (o vorresti) e a chi stai parlando.

Mappa mentale per Scuola Holden (clicca per ingrandire)
Mappa mentale per Scuola Holden (clicca per ingrandire)

Ho costruito quest’altra mappa mentale mentre pensavo a come introdurre il discorso della scrittura di lavoro, che per sua natura è un po’ diversa da quella narrativa che gli studenti imparano alla Holden.

Meraviglia delle meraviglie, mi è venuta fuori una mappa che parla di scrittura, sì, ma soprattutto dell’ascolto e del fatto che, se si arriva in azienda, anche solo per uno stage, la prima cosa da fare è crearsi una rete di parole e di persone. L’immagine mentale che a sua volta la mappa mi ha ispirato al brucio, in classe, è stata quella del fluire delle meduse in “Nemo”.

Quella corsa sfrenata verso un obiettivo nella quale o ti inserisci o vai controcorrente e alla fine vieni buttato fuori dal vortice e dalla fretta. Ecco, un giovane che arriva in azienda, probabilmente vede tutti come delle meduse in corsa, ma se capisce qual è l’obiettivo, si inserisce nella corrente e va. Con tutto calma, andando avanti, si farà notare e si creerà il proprio spazio. Ma prima deve fluire nella corrente, partecipare in vari modi alla rete di persone, vite e parole che danno vita, ogni giorno, a quel micro(macro)cosmo che può essere un’azienda.

Mappa mentale per Scuola Holden
Mappa mentale per Scuola Holden (clicca per ingrandire)

L’ultima mappa invece l’ho disegnata prendendo spunto dai miei appunti sulla presentazione: una cosa che, tu lo voglia o no, presto o tardi, sei chiamato a fare; sia che tu lo faccia come freelance, sia che tu lo faccia inserito in un contesto lavorativo più strutturato. La mappa è complessa, articolata, e ho capito quanto fosse poco il tempo a nostra disposizione per navigarla tutta e bene. Sono sicura che almeno gli spunti e i link siano serviti per approfondire l’argomento.

Mappa mentale per Scuola Holden
Mappa mentale per Scuola Holden

Voilà: scrittura lineare e scrittura radiante, a darsi una mano e a sostenersi. Il tutto condito, davvero, con una gran voglia di sperimentare.

Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

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